Camillo Benso, Conte di Cavour e i Savoia

A cura di Rosanna Roccia (Storica, già Direttrice dell’Archivio Storico della Città di Torino, Direttore della rivista “Studi Piemontesi”).

Il 26 febbraio 1861 in Senato il conte di Cavour pronunciava queste parole: Il titolo di re d’Italia conferito a Vittorio Emanuele II “è la consacrazione di un fatto immenso”. Tutto il discorso del ministro inneggiava al re, alla monarchia costituzionale, al percorso compiuto affinché “i popoli d’Italia da Palermo a Milano [salutassero infine] Vittorio Emanuele come Re d’Italia”. E il 17 marzo la “consacrazione” fu sancita dalla legge. Un grande storico ha affermato che Cavour, alla “fede incrollabile del liberale”, univa il “rispetto religioso, da gentiluomo antico, per la monarchia”. La monarchia, sostenuta dal Parlamento. Il rapporto personale dell’uomo politico con i vari membri di casa Savoia fu però altra cosa. Intorno a certe frizioni, incomprensioni, e persino terribili tête-à-tête, le lettere e la memorialistica ci hanno consegnato a questo proposito tutta una serie di aneddoti illuminanti.

Rosanna Roccia dirige “Studi Piemontesi”, la rivista di storia, arti, lettere e varia umanità pubblicata dal Centro Studi Piemontesi.

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