La Memoria in Raphael Lemkin. Di Gabriele Nissim

Al funerale dell’ebreo polacco Raphael Lemkin morto a New York il 28 agosto del 1959 ci furono solo sette persone, come capita per la maggior parte degli uomini giusti che vengono dimenticati per l’ingratitudine umana.

Eppure Lemkin è stato uno dei grandi protagonisti della Storia, che ha allertato il mondo già nel 1933 contro le minacce di Hitler agli ebrei; che, fuggito dalla Polonia dove tutta la sua famiglia fu assassinata, cercò di convincere l’amministrazione americana a dare un nuovo indirizzo alla guerra per salvare gli ebrei; che dopo la guerra fu l’artefice della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio che venne approvata nel 1948 alle Nazioni Unite.

A Lemkin dobbiamo la stessa creazione della parola genocidio che non esisteva nel lessico politico e che rappresenta un ibrido tra la parola greca “genos”, stirpe, usata da Platone nella Settima lettera e dal latino “cidio”, uccidere. Voleva che questa parola fosse sulla bocca di tutti come un marchio di un prodotto di largo consumo che tutti ricordassero a memoria e che avesse il valore di un nuovo comandamento: non commettere un genocidio. E che in nome di questo comandamento si unissero tutti gli Stati del mondo affinché non si ripetesse una nuova Shoah.

Saggista e scrittore, Gabriele Nissim autore del podcast, è fondatore e presidente della fondazione Gariwo, la onlus che si occupa della ricerca delle figure esemplari dei Giusti. Nel 2003 ha promosso a Milano la costruzione del Giardino dei Giusti di tutto il mondo, e in seguito la campagna che ha portato alla proclamazione della Giornata europea dei Giusti, il 6 marzo, istituita dal Parlamento euro-peo nel 2012, e all’approvazione da parte del Parlamento italiano, nel dicembre del 2017, della legge che istituisce la Giornata dei Giusti dell’umanità. Nel 2018 è stato nominato dal presidente francese Macron Cavaliere dell’Ordine Nazionale al Merito «per il suo impegno al servizio della memoria e delle relazioni tra i nostri due Paesi» e nel 2021 commendatore della Repubblica dal presidente Mattarella. Has scritto per Rizzoli “Auschwitz non finisce mai”.

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