La caccia con il falco, passatempo prediletto di re e cavalieri medievali, ma diffuso anche tra gli arabi e i nomadi dell’Asia Centrale, è una grande tradizione divenuta patrimonio immateriale transnazionale dell’Unesco. In Italia, il “padre nobile” della falconeria fu l’imperatore Federico II di Svevia, che sull’argomento, verso il 1260, scrisse un famoso trattato, il De arte venandi cum avibus. Le tecniche di allevamento e addestramento dei rapaci, quelle di caccia e la classificazione della cacciagione sono rimaste pressoché immutate da allora. Tuttavia le trasformazioni sociali e il declino del nomadismo, insieme alla scomparsa di molte specie di rapaci e alle ragioni del conservazionismo, hanno trasformato la falconeria in una tradizione di nicchia.
Storiainpodcast ne parla con Anne Lise Tropato, docente di Storia artistica e culturale della falconeria alla New York University Abu Dhabi.